venerdì 10 agosto 2012

Pietragavina


A 743 metri sul livello del mare, giace appollaiato su un cucuzzolo, il centro di Pietragavina. Per arrivarci si fa quella strada che si prende sulla sinistra poco dopo aver passato il centro di Varzi.


Da lì si segue un “serpente” di tornanti con qualche piccolo agglomerato di case fino al piccolo rettilineo col cartello che indica l'inizio del centro abitato.
Pietragavina ha una peculiarità. Ha il centro “decentrato”. Infatti quando si arriva al primo incrocio ci si trova fra un bar alla destra e un ristorante alla sinistra. Il ristorante reca le scritte “Albergo”, “Posta” e “Ristorante”. Qui si trova la parte più viva del paese con persone sedute fuori a chiacchierare. Giovani e vecchi dibattono dei problemi di ogni giorno e di come questi influenzano la loro piccola realtà di comunità montana.
Passando in macchina è impossibile non avere gli occhi di tutti addosso e non si può fare a meno di sorridere a questa genuina curiosità che caratterizza ogni borgo un po' isolato dell'Oltrepo.

Saliamo con la macchina fino all'effettivo centro che si trova poco più su prendendo la prima strada sulla sinistra. Seguendo la strada si arriva alla chiesetta e, più in su, al castello, di proprietà privata. Tuttavia detto cosi' sarebbe riduttivo. L'effettivo percorso fra case sempre più strette fra di loro ha ancora il sapore di un vecchio borgo medievale.


La macchina passa appena appena fra la ringhiera sulla sinistra e il muro sulla destra di quella piccola salita che porta all'ingresso del Centro Montano, la struttura più grande della parte alta di Pietragavina.
Una stretta curva sulla destra e poi dritto finché, con una curva a sinistra molto ripida, passiamo di fronte alla chiesa per parcheggiare in quel piccolo spazio ritagliato per gli autoveicoli appena sopra al campetto da calcio. Lasciamo la macchina e a piedi riprendiamo la strada a ritroso fino all'ingresso dal cancello verde del Centro Montano. Qui si parcheggiava sempre il Fiorino quando si veniva a fare il turno da obiettori al centro montano.
Giro attorno alla struttura e mi trovo di fronte al portone d'ingresso.
Lo sfioro e penso ai miei ricordi...


Quanti pasti preparati, quante tavole apparecchiate e letti fatti e disfatti.
Persino ora che faccio tutt'altro, ritornerei domani stesso a quella routine.
Il centro ha una sua storia da raccontare come tutte le chiese, case e monumenti della provincia.
Costruito all'inizio del 1900 il centro era stato destinato ad uso di colonia estiva per bambini.
Mi son sempre chiesto quanta storia portano con sè queste mura e quanto il centro abbia assorbito di questa comunità.
I primi ricordi che ho sono della Mariangela, la signora che mi aiutava nelle mie mansioni quanto ero qui. Insostituibile e instancabile sempre pronta a caricarsi di lavoro extra quando il venerdì scalpitavo per andarmene a casa.
Penso anche al Pinu che ogni mattina col suo furgone percorreva non so come, data la stazza del Ducato, le strade del paese portando il pane e i generi alimentari di prima necessità, alle persone che, per età avanzata, non potevano recarsi al suo negozio.
Mi ricordo del mio primo incontro con un rettile, una biscia, nel giardino interno del centro mentre prendevo il sole pigramente su una panca e la fuga seguita dalla ricerca disperata di un mezzo di difesa da quel mostro mitologico.
E come dimenticare quella famosa fuga notturna col Fiorino e alcuni ragazzi di una scuola superiore? Che rischio ma che bel ricordo!
Se moltiplicassimo i ricordi per ognuna delle persone che qui ha passato almeno due giorni ecco che questo posto si anima vita propria e potrebbe raccontare per anni le storie di chi qui ha lasciato un segno.


C'è ancora tempo per fare un paio chiacchiere con un gruppetto di persone del posto. Chiedo se il centro è aperto ma mi dicono che non c'è nessuno in questo periodo e che a Settembre iniziano i lavori di manutenzione.
Un saluto e lasciamo su 4 sedie all'ombra un gruppo di residenti a dibattere sul nostro incontro. Loro sono la parte più genuina di questa realtà.
Facciamo qualche foto della valle da questo punto panoramico a ovest della valle Staffora.
Un ultimo profondo respiro per riempire i polmoni della genuinità di questo paese e ci rimettiamo in macchina verso la prossima meta.


Ciao Pietragavina, alla prossima...

1 commento:

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