martedì 2 settembre 2014

Abbazia di Santa Maria di Acqualunga

La scoperta di un posto nuovo non è una scienza ben precisa e come tale non ha regole.
Può essere il caso o una approfondita ricerca a portartici e, ambedue, sono validissime.
È invece vero che quando ti prende il desiderio di scoprire non puoi rimandare e devi per forza prendere e partire alla ricerca di qualcosa, qualunque essa sia
E qualcosa, nell'Oltrepo', la si trova sempre.

Così accade una sera quando, in un cassetto di una vecchia scrivania, trovo uno stradario degli anni 80 del Touring Club.


Una lieta scoperta; quasi un incontro dopo tanti anni.
Infatti come posso dimenticarmi questa copertina verde?
Erano i fedeli compagni di viaggio quando, da bambini, si andava in vacanza coi genitori.
E come dimenticarli quando durante le interminabili ore di macchina venivano riposti nel tascone dietro al posto del guidatore?

Non nascondo una certa emozione nel ritrovarli e uno tsunami di ricordi.
Oltre ad essere estremamente utili, ancora più importanti sono sicuramente le loro mappe così ricche di dettagli.
Un equivalente moderno di un Google Maps.
Forse anche meglio.
È vero che la tecnologia prende il sopravvento sulle nostre vite ma gli stradari non hanno bisogno di un buon segnale per collegarsi a internet e non ci sono sono foto spoiler di quello che troverai giunto a destinazione.

Non perdo tempo e guardo subito cosa le pagine mi suggeriscono nei dintorni e così, dopo poco, scovo un piccolo disegno a forma di chiesetta.

Non resisto.
Macchina fotografica, stradario, cellulare e via verso la meta.
Lasciandomi Voghera alle spalle proseguo in direzione Casei Gerola e quando la passo proseguo in direzione Cornale.
Non posso non pensare allo zuccherificio che qui esisteva una volta, pensiero comune a tutti quelli come me cresciuti in zona.
Ad ogni modo continuando lungo la strada non ho voglia di fare il ponte che porta a Sannazzaro, voglio qualcosa di nuovo.
Cosi seguendo i cartelli e varie indicazioni scopro un altro ponte sul Po di cui ignoravo l'esistenza.
Svolto verso sinistra in direzione Molino dei Torti e continuo fino a sbucare sulla Strada Statale 211 che collega Sale a Mortara.
Giro a destra e passo su questo semplice ponte senza travi gigantesche d'acciaio,
È il tramonto e il sole fa capolino fra le fronde degli alberi sul lato opposto del fiume.
Quando si incontrano, gli ultimi raggi e le complesse anse elaborate del Po, generano lingue di fuoco sull'acqua.
Al di la del ponte riecco la campagna e Pieve Del Cairo, posto che da bambini ha un aria mistica vista l'associazione del nome con la capitale dell'Egitto.
Resto fuori dal paese e svolto prima a sinistra lungo la Strada Provinciale 4 e, a Gambarana giro a sinistra sulla Strada Provinciale 156 (SP14 per il primo tratto).

Se non fosse per lo stradario non noterei nemmeno la stradina sterrata che sulla sinistra porta all'Abbazia.
Forse è proprio questo il bello di uno stradario; non ti dice quale sia l'accesso principale ma te lo lascia scoprire.
Qualche buca riempita con vecchi cocci e mattoni rossi, il segno delle dentature dei pneumatici dei trattori e qualche vecchia pozzanghera che ormai è argilla quasi secca; questa la classica stradina di campagna che porta ad un gruppo di vecchi caseggiati.
L'abbazia è la parte più vecchia e il borgo attorno ad essa è sorto successivamente.


Risale al XII secolo e deve al suo nome ad un canale che li vicino collegava al Po.



Una volta c'era anche un monastero a sud della abbazia di cui non rimane nulla.


È strano vedere appartamenti su due piani in aperta campagna e vedere un paesino cosi piccolo ruotare attorno a questa abbazia.
Si ha l'impressione che qui si viva fuori dal tempo e fuori dal mondo.
Passano i secoli ma è un posto davvero ancora raccolto in se stesso.

Parcheggio e un vecchio che passa in bicicletta indugia un po' nel vedermi fermare.
Mi sento osservato ma sono anche le 9 di sera e non credo ci passi molta gente qui.
Scendo sentendomi un po in soggezione e timidamente comincio ad avvicinarmi alla abbazia con in mano la macchina fotografica.
Faccio solo due o tre foto visto che c'è poco da vedere da fuori e, purtroppo per me, la porta è chiusa.
Che peccato!
Comincia a crescere in me una sensazione di estraneità, mi sento fuori posto.
Quasi alla presenza si un titano che dorme da secoli e non lo si vuol svegliare.
Forse è solo il contrasto con l'altra visita fatta solo qualche giorno prima a Breme, dove tutto era visitabile, a farmi sentire così.
Non sembra un posto da turisti ma ci sente più come ad entrare sull'aia di qualcuno.

Con questi pensieri e quel sapore dolce-amaro di una parziale vittoria riprendo la strada verso casa.
La strada del ritorno non me la ricordo nemmeno, sembra anzi che mi sono teletrasportato a casa.
Non riuscivo a togliermi dalla testa il pensiero di una piccola comunità così remota.
Sono incapace di catalogare questo posto paragonandolo alle mie precedenti esperienze.
Anche il fatto che mi aspettavo di poter entrare nell'abbazia e non ci sono riuscito ha il suo peso.

Concludendo penso che se vi piace l'idea della comunità remota sviluppatasi attorno ad un centro religioso dovete assolutamente venire qui perché sembra sia uno spaccato della vita di tanto tempo fa che, anche se aggiornata nell'abbigliamento delle sue comparse, trasuda ancora il profumo del tempo che fu.
Forse uno scorcio su “Il Nome della Rosa”.

1 commento:

  1. Casino site for real money - LuckyClub.live
    › new › games › new › games Casino site for real money 【2021】⚡ Casino site for real money - Casino site for real money - Casino site for real money - Casino site for real money - Casino site luckyclub for real

    RispondiElimina